Mobbing sul Posto di Lavoro: Cos’è e Come Difendersi

Il posto di lavoro dovrebbe essere un ambiente in cui crescere, collaborare e sentirsi valorizzati. Tuttavia, per molte persone non è così. Il mobbing è un fenomeno sempre più diffuso e spesso sottovalutato, che può compromettere gravemente la salute psicofisica di chi lo subisce, oltre a danneggiare carriere e relazioni professionali.

In questo articolo analizziamo cos’è il mobbing sul lavoro, come si riconosce e soprattutto come ci si può difendere.

Questo Articolo Comprende:

Che Cos’è il Mobbing?

Il termine “mobbing” deriva dall’inglese “to mob”, ovvero “assalire in gruppo”. Nel contesto lavorativo indica un insieme di comportamenti ostili, ripetuti nel tempo, messi in atto da uno o più colleghi (o superiori) con lo scopo di emarginare, svalutare o danneggiare psicologicamente un lavoratore.

Non si tratta di semplici conflitti occasionali, ma di una vera e propria strategia di persecuzione, sistematica e spesso sottile, che può portare la vittima a sviluppare gravi disturbi psicologici, fisici e sociali.

Dal punto di vista legale, il mobbing non è ancora definito da una legge specifica in Italia, ma può rientrare in varie forme di illecito civile o penale, come la violazione dell’obbligo di tutela dell’integrità fisica e morale dei lavoratori da parte del datore di lavoro (art. 2087 del Codice Civile).

Lavoratore in penombra davanti a una finestra.

Foto di Helen Cramer su Unsplash

Tipologie di Mobbing

Esistono diverse forme di mobbing, classificate in base alla posizione gerarchica dell’aggressore e alla modalità di attuazione:

  • Mobbing Verticale: Avviene quando a compiere le vessazioni è un superiore da un punto di vista gerarchico (detto anche bossing). È la forma più comune di mobbing e può includere comportamenti come il demansionamento, il controllo ossessivo o la minaccia di licenziamento.
  • Mobbing Orizzontale: Si verifica tra colleghi di pari livello. Si manifesta spesso attraverso esclusioni, pettegolezzi, sabotaggi e maldicenze.
  • Mobbing Ascendente: Meno frequente, si verifica quando un gruppo di dipendenti mette in atto comportamenti ostili verso un superiore, spesso per contrastare la sua autorità o spingerlo alle dimissioni.
  • Mobbing Collettivo: È il caso in cui un’intera organizzazione o reparto si coalizza contro una persona, alimentando un clima di ostilità permanente.

Come Riconoscere il Mobbing

Riconoscere il mobbing sul lavoro non è sempre facile, soprattutto perché i comportamenti possono sembrare a volte innocui se presi singolarmente. Tuttavia, ci sono segnali ricorrenti che non vanno ignorati:

  • Isolamento Sociale: Il lavoratore viene escluso da riunioni, pause o comunicazioni importanti.
  • Critiche Costanti e Immotivate: Ogni azione o compito svolto dal lavoratore viene svalutato, anche quando corretto.
  • Assegnazione di Compiti Umilianti o Inutili: Per screditare le capacità della vittima, le vengono assegnati compiti mortificanti o non in linea con la sua qualifica lavorativa.
  • Controllo Eccessivo o Penalizzazione Ingiusta: Il datore di lavoro avanza richieste eccessive, applica una sorveglianza esagerata, o nega ferie e permessi al lavoratore.
  • Diffusione di Pettegolezzi o Calunnie: Per minarne la reputazione all’interno del team, vengono diffuse voci, veritiere o meno, volte a denigrare il lavoratore.
  • Sabotaggio del Lavoro: Vengono protratti comportamenti volti a bloccare l’accesso della vittima a strumenti, documenti o informazioni fondamentali per il suo lavoro.
Donna vittima di mobbing al lavoro.

Foto da Freepik

Quando questi episodi diventano costanti, ripetuti e sistematici nel tempo, è molto probabile che si tratti di mobbing.

Come Difendersi dal Mobbing

Il lavoratore vittima di mobbing sul posto di lavoro può vivere un profondo senso di impotenza ed essere incapace di difendersi o chiedere aiuto. È importante quindi conoscere gli strumenti per reagire e tutelarsi in questi casi. Le azioni che il lavoratore può mettere in pratica sono:

  • Documentare ogni episodio: Il lavoratore può conservare e-mail, messaggi, note, referti medici e tutto ciò che può dimostrare le vessazioni subite.
  • Raccogliere testimonianze: I colleghi che hanno assistito ad episodi di mobbing, possono fungere da testimoni per dimostrare i comportamenti scorretti subiti sul posto di lavoro.
  • Parlare con una figura interna all’azienda: Le risorse umane o l’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) sono figure aziendali a cui il lavoratore può rivolgersi in caso di necessità.
  • Ottenere una Perizia da uno Psicologo: È importante rivolgersi a uno psicologo, non sono per ricevere un supporto in modo da gestire lo stress in seguito al mobbing, ma anche per certificare i danni psicologici subiti.
  • Rivolgersi a un legale o al sindacato: Un avvocato del lavoro può valutare se ci sono gli estremi per una causa per danno alla salute e mobbing.
  • Segnalare agli enti competenti: Nei casi più gravi, il lavoratore può presentare una denuncia all’Ispettorato del Lavoro o fare causa civile ai danni dell’azienda per ottenere un risarcimento.

Riflessioni Finali

Il mobbing sul lavoro è un problema molto serio che non va sottovalutato; si tratta di una violenza psicologica che mina giorno dopo giorno la salute mentale, la sicurezza lavorativa e la dignità del lavoratore.

Spesso si presenta in modo subdolo, mascherato da battute o decisioni aziendali, ma troppo spesso il mobbing viene taciuto o minimizzato. Riconoscere i segnali è il primo passo per spezzare il silenzio e tutelarsi, confidandosi con un collega fidato, un consulente, un avvocato o uno psicologo. L’importante è non sentirsi soli e non pensare che chiedere aiuto sia un gesto di debolezza, ma si tratta di un atto di forza e consapevolezza.

Se sei una vittima di mobbing, ricorda che non sei tu il problema. Se sei un testimone, non girarti dall’altra parte. Se sei un datore di lavoro, promuovere una cultura aziendale sana e rispettosa non è solo una responsabilità etica, ma un investimento concreto nel benessere e nella produttività dell’azienda.

Nel caso in cui la situazione sia irrecuperabile e ritieni che la soluzione migliore sia lasciare il posto di lavoro, scopri come dare le dimissioni nel modo corretto o, nel caso tu decida prenderti del tempo prima di interrompere il rapporto lavorativo, dai un’occhiata a come prendere un periodo di aspettativa. Un ambiente di lavoro sano è un diritto, non un privilegio.