Aspettativa dal Lavoro

Quando è Retribuita e Chi ne ha Diritto

Nel corso della carriera lavorativa, può capitare di avere la necessità di prendersi un periodo di pausa per motivi personali, familiari o professionali. In questi casi, può rivelarsi molto utile l’aspettativa dal lavoro, che permette ai lavoratori dipendenti di sospendere il rapporto lavorativo per un periodo più o meno lungo, mantenendo il proprio posto di lavoro.

Non sempre però è possibile richiedere un periodo di aspettativa, soprattutto retribuita. Sapere come funziona l’aspettativa, che tu sia un dipendente o un datore di lavoro, può aiutarti a gestire meglio il tuo tempo, la tua produttività e sapere se puoi concederti una pausa, che sia per il tuo benessere personale o per impegni importanti.

In questo articolo approfondiremo in cosa consiste l’aspettativa dal lavoro, in quale caso viene concessa, quanto può durare e quando viene retribuita o meno.

Questo Articolo Comprende:

Cos’è l’Aspettativa dal Lavoro?

L’aspettativa è un periodo di sospensione del rapporto lavorativo richiesto dal dipendente o previsto per legge, durante il quale la persona non svolge le proprie mansioni lavorative ma conserva comunque il posto. Può essere retribuita o non retribuita, a seconda della motivazione e della normativa di riferimento.

L’aspettativa dal lavoro può essere disciplinata sia dalla legge, nello specifico dalla legge 53/2000, sia dai CCNL specifici dei lavoratori. Nel primo caso, non può essere negata ad alcun lavoratore. 

L’aspettativa rappresenta un’eccezione rispetto al regolare svolgimento del rapporto di lavoro, per questo ogni azienda dovrebbe conoscere con precisione il CCNL che regola i contratti dei propri dipendenti, in modo da essere preparati nel caso vengano avanzate delle richieste.

Lavoratore che esce da un edificio

Foto di Bram Naus su Unsplash

Differenze tra Aspettativa Retribuita e Non Retribuita

L’aspettativa può essere di due tipi principali e si distinguono dalla presenza o meno di un compenso:

  • Aspettativa Retribuita – Il lavoratore riceve regolarmente lo stipendio (o un’indennità), anche se non svolge l’attività lavorativa. È prevista in situazioni specifiche, come nel caso di assistenza a un figlio o un parente stretto affetto da un grave handicap. L’aspettativa retribuita è decisamente meno frequente di quella non retribuita.
  • Aspettativa Non Retribuita – Il lavoratore non percepisce alcun compenso durante l’assenza, ma conserva il diritto di ricoprire il suo posto di lavoro al termine del periodo di aspettativa È possibile richiederla per gravi motivi familiari, formazione, incarichi pubblici e volontariato.

Tipologie di Aspettativa

Come abbiamo detto, la macrocategoria nella quale vengono distinti i diversi tipi di aspettativa è quella che prende come riferimento la presenza di una retribuzione, che sia parziale o totale. Partendo da questa classificazione, vediamo le differenti aspettative nel dettaglio:

Aspettativa Retribuita

  • Assistenza a Familiari Disabili Gravi –Il dipendente può richiedere fino a due anni (non necessariamente continuativi) retribuiti da un’indennità e dalla contribuzione figurativa per assistere un parente stretto con handicap grave (accertato dall’INPS).
  • Dottorato di Ricerca (settore pubblico) – In alcuni enti pubblici, il dipendente può richiedere un’aspettativa retribuita nel caso decida di intraprendere un dottorato, a patto che non abbia una borsa di studio.
  • Malattia Prolungata – Se l’assenza del dipendente supera i 3 giorni lavorativi, sarà l’INPS e non più l’azienda a erogare una percentuale di retribuzione (50% dal 4° al 20° giorno, poi il 66,66% fino al 180° giorno) per un massimo di sei mesi all’anno.
  • Violenza di Genere – Le lavoratrici vittime di violenza hanno diritto a un periodo fino a tre mesi (anche frazionati) di aspettativa retribuita al 100%.
  • Volontariato per Emergenze Nazionali – Un periodo di assenza dal posto di lavoro può essere richiesto in caso di calamità fino a 90 giorni all’anno (al massimo 30 consecutivi).È necessario che l’associazione in cui il lavoratore presta volontariato sia inserita nell’elenco nazionale delle agenzie della protezione civile.

Aspettativa Non Retribuita

  • Assistenza a Familiari Disabili Gravi –Il dipendente può richiedere fino a due anni (non necessariamente continuativi) retribuiti da un’indennità e dalla contribuzione figurativa per assistere un parente stretto con handicap grave (accertato dall’INPS).
  • Motivi Personali – I lavoratori a tempo indeterminato possono richiedere fino a 12 mesi di aspettativa non retribuita per motivi personali o familiari, anche non gravi, come la ristrutturazione della propria casa o la nascita di un figlio/nipote. Durante questo periodo non vengono maturate ferie, scatti di anzianità e non vengono versati contributi.
  • Gravi Motivi Familiari – Un’aspettativa non retribuita di massimo due anni (continuativi o frazionati) può essere concessa in casi di lutto o malattia grave di un parente stretto. Si tratta di casi eccezionali, da non confondere con i permessi retribuiti o con i congedi straordinari previsti dalla legge 104, e quindi da analizzare dal datore di lavoro nel CCNL di riferimento. Inoltre, il periodo di assenza non permette al lavoratore di maturare ferie, tredicesima e TFR.
  • Formazione –  I dipendenti con almeno cinque anni di servizio possono richiedere fino a 11 mesi (frazionati o continuativi) per completare un percorso formativo come il diploma o la laurea.
  • Dottorato (settore privato) – Periodo di assenza in azienda in cui il lavoratore si dedica a un dottorato. Al contrario del settore pubblico, in questo caso si tratta di aspettativa non retribuita.
  • Cariche Pubbliche – Per svolgere una carica pubblica, è prevista al lavoratore un periodo di aspettativa della durata pari al mandato, ma senza retribuzione.
  • Volontariato (non emergenziale) – In questo caso il periodo di volontariato non viene compensato perché l’agenzia dove il lavoratore svolge il servizio non è presente nell’elenco delle agenzie della protezione civile.
  • Tossicodipendenza – Nel caso il lavoratore abbia problemi di tossicodipendenza e quindi la necessità di partecipare a un programma riabilitativo riconosciuto dal SERT, può chiedere aspettativa fino alla fine del percorso. Ovviamente si tratta di un’aspettativa non retribuita e il lavoratore non ha diritto alla maturazione di anzianità e dei contributi per la pensione. Tale diritto può essere esercitato anche da un dipendente con un familiare stretto in difficoltà, a condizione che il SERT ritenga necessaria una figura di aiuto.

Come Richiedere l’Aspettativa dal Lavoro

La richiesta di un’aspettativa deve essere avanzata dal dipendente al datore di lavoro, o all’ufficio delle risorse umane presente in azienda, seguendo i termini previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCL) di riferimento.

Ogni tipologia di aspettativa può richiedere una particolare documentazione, come in parte abbiamo già visto (per esempio la certificazione dell’INPS per assistenza ai familiari) e quindi un procedimento specifico.

Vediamo quindi cosa deve contenere la domanda formale di una richiesta di aspettativa per motivi personali, considerando che rappresenta quella più comunemente presentata alle aziende:

  • Durata del periodo di assenza
  • Modalità di fruizione dell’aspettativa (continuativa o frazionata)
  • Motivazione della richiesta
  • Documentazioni necessarie (se previste) 
  • Eventuali richieste aggiuntive (per esempio la possibilità di unire ferie e permessi al periodo di aspettativa)

L’aspettativa dal lavoro deve essere sempre essere presentata in forma scritta e la concessione, specialmente nel settore privato, può dipendere dalla discrezionalità del datore di lavoro dal CCNL applicato.

Per Concludere

L’aspettativa è uno strumento prezioso, che consente al lavoratore di sospendere temporaneamente il proprio rapporto di lavoro, pur continuando ad essere un dipendente della propria azienda. A seconda delle disposizioni contrattuali o di legge, l’aspettativa può essere retribuita o non retribuita, ma garantisce in ogni caso il tempo di cui il dipendente necessita.

Tra le forme più comuni ci sono l’aspettativa per malattia, maternità/paternità, incarichi pubblici, assistenza ai familiari o motivi di studio. Qualsiasi sia la motivazione, l’obiettivo è quello di tornare a riconquistare l’equilibrio tra vita privata e vita professionale, tutelando la nostra salute e quella dei nostri cari, oppure rispondendo a imprevisti o cambiamenti di vita.

Il processo per la richiesta dell’aspettativa concede all’azienda il tempo per organizzare le attività lavorative in previsione dell’assenza del dipendente, pianificando, anche grazie a strumenti digitali come i software di time tracking, i turni e i vari compiti per ottimizzare le risorse e gestire al meglio orari e presenze.

Per le aziende, concedere periodi di aspettativa dal lavoro, non rappresenta sempre e solo un danno per la propria produttività, ma può essere un modo per trattenere i talenti, sfida costante delle risorse umane, ed evitare i casi di burnout dei dipendenti.